Descrizione
La villa fu commissionata da Francesco Badoer, al grande architetto vicentino Andrea Palladio.
La data di costruzione non è certa, ma nel 1557 doveva esistere già il corpo padronale perché appare inserito nella mappa redatta nel medesimo anno raffigurante le valli di San Biagio e di Valdentro.
La celebre villa compare nei Quattro Libri del Palladio del 1570, dove è rappresentata con alcune differenze rispetto alla configurazione odierna.
Al centro di un verde prato chiuso da rustici si erge l’edificio residenziale dalla semplice volumetria con monumentale pronao a frontone preceduto da una larga, articolata scalinata; ai lati si protendono a semicerchio le barchesse su colonnine (la “barchessa” nella villa veneta è un’ala laterale adibita ad abitazione o servizi). Sono queste che, con la loro ampia curva intesa a racchiudere lo spazio, caratterizzano l’edificio e ne fanno una delle realizzazioni palladiane più alte. La villa venne decorata, e lo ricorda il Palladio stesso in uno dei suoi libri, dal Giallo Fiorentino che vi dipinse, nel pronao e negli interni, fantasiose grottesche recuperate durante i lavori di restauro compiuti dall’Istituto Regionale per le Ville Venete.
La Villa dichiarata Monumento Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è proprietà della Provincia di Rovigo che ha provveduto ad un intelligente restauro conservativo per cui è ora possibile visitarla completamente.
É il naturale contenitore per l’organizzazione di importanti riunioni e convegni, mostre, rappresentazioni teatrali, liriche, di balletto; mentre nelle barchesse trova dimora il Museo Archeologico Nazionale, con l’esposizione di reperti archeologici del periodo dell’età del bronzo e di grande