Descrizione
Il Museo Archeologico espone i reperti delle ricerche di superficie condotte negli insediamenti protostorici del territorio. Di rilievo sono le testimonianze provenienti dall’abitato di Frattesina. Si tratta di un insediamento datato tra il XII e il IX (forse inizi dell’VIII) sec. a.C. attribuibile alla fase finale dell’età del Bronzo (cultura protovillanoviana) ed agli inizi dell’età del Ferro. La fase di maggior floridezza dell’abitato e quella a cavallo tra i secoli XI e X a.C., caratterizzata da numerose attività di artigianato in parte legate a materie prime di provenienza orientale e nord europea.
Significative sono le testimonianze relative alla lavorazione dei metalli; basti pensare che Frattesina è il sito tra quelli dell’età del Bronzo italiana che ha restituito il maggior numero di matrici per fusione, molte delle quali si trovano in questo museo. Qui è esposto anche uno dei tre ripostigli da fonditore (oggetti in bronzo deteriorati destinati al riciclaggio), nel quale compaiono fibule (spille), coltelli, bottoni, frammenti di pani di bronzo e numerose palette con immanicatura a cannone. Se ornamenti, attrezzi da lavoro e armi erano fatti quasi esclusivamente in bronzo, non mancano oggetti in oro come una lamina (forse parte di un disco) e frammenti di fettuccia.
Altre attività artigianali sono la lavorazione del vetro, dell’avorio e dell’ambra. Il vetro, con cui si fabbricavano soprattutto conterie. era di produzione locale, ma la nascita di questa attività in loco è da legare alla frequentazione dell’antico delta padano da parte di commercianti, artigiani e prospettori provenienti dal Mediterraneo Orientale (Cipro ad esempio).
L’ambra, rinvenuta in vaghi di diverse fogge, tra le quali il cosiddetto tipo “Tirinto”, proveniva dalle coste del Baltico e giungeva nel centro artigianale di Frattesina tramite i valichi delle Alpi orientali e la valle dell’Adige, per essere convogliata in un circuito di traffici che coinvolgeva l’Italia peninsulare, la Sicilia, l’Egeo e le coste del Mediterraneo orientale. Ulteriore testimonianza della complessa rete di relazioni che fa di Frattesina un vero e proprio port of trade, è l’avorio di elefante, di cui si rinvengono pezzi in fase di lavorazione assieme a prodotti finiti soprattutto pettini, finemente decorati ad incisione. Relative agli usi funerari sono le urne cinerarie, qui esposte, provenienti da una delle due necropoli di Frattesina: quella di loc. Narde. Il costume di cremare i defunti diviene quasi esclusivo proprio nell’età del Bronzo finale. Le ceneri erano raccolte in vasi di terracotta, in genere di forma biconica.
Accompagnavano il morto oggetti personali come fibule ad arco semplice, fuseruole perle in pasta vitrea per le donne e rasoi e fibule ad arco serpeggiante per gli uomini.